Requiem per Galatown

Come molti già hanno saputo,  la piattaforma SPLINDER, che da nove anni ospitava uno sei siti BLOG più diffusi in Italia, sta chiudendo.

Il mio blog giusepperesta.splinder. com  (aperto il 17 febbraio 2003, 329000 contatti) e il blog collettivo galatown.splinder  (aperto il 14 gennaio 2005, 540000 contatti) scompariranno.

Come gocce nella pioggia dello spazio virtuale.

Ci sarebbe, e c’è, la possibilità di fare un artificio per salvare tutto, trasferendo l’archivio di nove anni di cronaca e storia di Galatone su un altro indirizzo blog.

Onestamente, è stata la prima cosa che ho pensato di fare.

La mia matrice storicistica, il mio culto per la memoria, avevano, sul primo momento, preso il sopravvento e pensavo di salvare tutto l’archivio. Me ne facevo un dovere etico.

L’operazione, però, ha presentato qualche minima difficoltà.

Mi sono rimandato il passo di giorno in giorno.

Ma questo è servito a fare maturare un altro pensiero:

 

MUOIA  GALATOWN CON TUTTI I GALATOWNESI.

 

Mi sono chiesto: “a che serve conservare nove anni di memoria di un paese che non ha memoria”?

 

Perché sono nati i blog?

Perché serviva in un dato momento storico aprire il dibattito pubblico e privato. Molti blog sono stati delle finestre sul proprio io, sui propri sentimenti. Blog personali di partecipazione emotiva, piccole cronache, vita vissuta,tormenti ed estasi, poesia e prosa. Sui blog sono nati scrittori e poeti che hanno, poi, trovato spazio sulla carta stampata. Laureandosi così al riconoscimento sociale. Come se solo la pagina stampata sia letteratura, in una fossilizzata idea medievale del libro come unico pilastro dell’umanità. Dimentichi che la cultura è arrivata al libro tramite la diffusione orale. E dimentichi, anche, che non tutto quello che è scritto sui libri, solo perché scritto su di un libro, è buono e giusto e inoppugnabile. Il Mein Kampf lo sta a dimostrare.

Poi ci sono stati i blog sociali.

Giusepperesta prima, e Galatown due anni dopo, sono stati delle finestre sociali aperte sulla nostra realtà omertosa e paramafiosa.

Qual’era il primo tentativo?

Era di permettere che le opinioni, se pure di un singolo cittadino di questa città, potessero essere divulgate e discusse fuori dalle liturgie ingessate e ritualizzate dai recinti ritenuti invalicabili dei circoli, delle conventicole, dei partiti.

Ci fu subito un minimo seguito. Ma ci fu.

Biblicamente Sodoma e Gomorra potevano essere salvate se solo ci fosse stato un uomo giusto. E Galatone rispose, come sempre, in maniera stipsica. Molti guardoni, pochi gli “esposti”. Molti i contatti, pochi i commenti. Ma tanti i pettegolezzi ed i mormorii. Però i primi blog nacquero. Pochi… ma buoni!

Perciò mi venne l’idea di aprire un blog a tutti quelli che ne volessero far parte, affrancandoli dallo sforzo di volontà di aprirne uno tutto loro, ma gestendo in contemporanea un MULTIBLOG (così si chiama tecnicamente) aperto a più voci.

Lo battezzai GALATOWN, prendendo una definizione che il geniale Luigi Bruno “Frantic” aveva usato sul suo blog FROMHELL. Mi piaceva questo logo che internazionalizzava il nostro paesello al sud del sud.

Internet, infatti, apriva scenari globali anche a posti benedetti da Dio ma scordati dagli uomini.

L’esperimento riuscì.

Oltre le più rosee aspettative, da una parte; meno di quanto Galatone meritasse, dall’altra.

Galatown ha segnato un’epoca.

Lo posso dire senza enfasi.

Contatti su contatti. Per un anno fu ai primi cinque posti dei blog splinder. Piattaforma che in due anni passò da 80000 blog a 400000. Per più di qualche settimana è stato perfino primo assoluto. Una cosa eccezionale. Ogni giorno la media contatti era sui 350, con una media di 750 pagine visitate. Si sono raggiunti picchi di 650 contatti in un giorno. I commenti fioccavano. Più o meno gli autori erano sempre gli stessi, è vero.

Serspir, Lanuovaeva, Pollon, Juandeamirena, Cassandrino, Lugimariano, Giuseppedoria, Campeggio, Mpuliticare, Pasqualechirivì, Aldogiovanigiacomo, Frantic, Signorhood, Mafaldalaribelle, Cassandrino, Localo, Sergiomartello, Messapico, Philosophus, Paolonuzzo, Sanitarium, Vitobaglivo, Enzovf, Flaviofiloni, Carlocolopi, Caoscalmo, Albertoresta… Ma, nonostante la diffusione e l’accesso ad internet fosse ad un decimo di quanto è oggi, i contatti c’erano e la diffusione delle notizie e delle considerazioni si veicolava dalla Galatown virtuale a tutta la Galatone reale.

Inoltre l’essere una piattaforma aperta e condivisa permetteva  – anche quella era stata una motivazione ponderata – che chi scrivesse non fosse bersaglio singolo dei gruppi di potere che dalla libertà di stampa o di pensiero si sentivano minacciati.

Ricordo che fu proprio una esplicita reprimenda fatta dall’allora sindaco Orazio Vaglio a Gaetano Giuri, gestore del blog SIGNOR HOOD, a farmi venire l’idea il 14 gennaio 2005 del multiblog. Sappiamo che anche gli esseri più pacifici, come le pecore o le sardine, si riuniscono in gruppo per difendersi dai predatori.

 

Ma gli attacchi alla libertà di pensiero e parola sono venuti da tante parti, trasversalmente.

Il Potere, qualunque esso sia, ha paura della critica aperta. Tollera quella da bar, da marciapiede. Anzi: la incoraggia, la usa e ne è parte. Ma la parola scritta, loscripta manent, ha sempre spaventato.

Così , in questi anni, ho collezionato anche una querela dalla Giunta Miceli; firmata anche da chi, sotto altra casacca, prima veniva a farsi pubblicare le sue lettere su Galatown, e da persone che ritenevano corretto prendere lavori da me, o chiedermi cortesie, ma poi non si tiravano dietro quando c’era da sottoscrivere la denuncia su di un errore già rimediato…ma tant’è. Non mi hanno fermato, comunque.

Ho collezionato anche tante esplicite minacce verbali, dirette ed indirette. Un signore, titolo inflazionato, arrivò perfino a scomodare mio padre buonanima, allora già vecchio e malato, per recapitarmi la sua censura, non avendo nemmeno il coraggio e quel minimo di attributi per recapitarmela guardandomi negli occhi.

Ma su questo capitolo gli episodi sarebbero tanti.

Come tanti sono i modi per dimostrare la propria inconsistenza umana.

Uno dei motti in epigrafe al blog, che mi hanno sempre  guidato, è “Ci sono articoli che non dovresti scrivere, perché sai che – se li scrivi – ti inimichi la parte teoricamente vicina. Ebbene, è esattamente allora, che devi scriverli.” preso in prestito da Andrea Scanzi. E così ho sempre fatto. Pratica che mi ha permesso di passare al vaglio chi si diceva amico, ma poi si dimostrava nemico appena intaccavi la sua presunta intoccabilità.

Gianni Rodari asseriva che “Nel paese della bugia, la verità è una malattia”.

E Galatone si è dimostrata spesso malata cronica.

Tutti i vari tentativi per svilire il blog marchiandolo di partigianeria e strabismo sono stati sempre smontati con fatti e scritti.

Le parole della calunnia si sono dissolte, come persino le scritte sui muri, sia nere che rosse, che hanno cercato di imbrattarmi riuscendo solo a sporcare il paese. Esteticamente ed eticamente.

Allora perché lasciare morire tutto questo?

Perché la società risente dei flussi e riflussi, come la risacca.

Pochi rimangono ancorati a combattere i marosi, incuranti della bonaccia o della tempesta. Ma va a finire che poi si stancano. O considerano ridicola questa posizione donchisciottesca ad oltranza.

Dopo il bel periodo della discussione, della partecipazione, dei blog dei ragazzi che nascevano come i funghi, c’è stato il riflusso nel disimpegno.

I blogger sono spariti.

Juandemairena, dimessosi da galatonese, ha perfino spostato la residenza al nord.

Mafaldalaribelle, mitica, sarcastica, lucida e luciferina provocatrice, s’è sposata e anche lei s’è trasferita in Padania.

Il Signor Hood s’è trovato casa, è “entrato in banca pure lui” per dirla alla Venditti, fa il galantuomo, e ha smesso di tirare calci, ora che mozzica a spese nostre.

Mpuliticare ha tanto mpuliticato da una parte all’altra da aver perso la bussola.

Caoscalmo ha cambiato tante di quelle opinioni nel frattempo che Capezzone impallidiribbe al confronto.

Qualcuno è entrato in seminario, altri si sono presi silenzi sabatici in attesa di collocazione.

Altri ancora sono spariti perché incapaci di reggere al confronto mediatico, sempre poco tenero con chi cambia repentinamente opinione, schieramento, casacca, e gira come una banderuola in attesa del vento giusto che risolva il problema di unire la colazione con la cena.

I “pronti a tutto” bramosi di vendersi sono un esercito.

Il blog ha perso così lo spirito forte e trainante.

La socialità fluida di Galatone non è stata capace di mantenere una coerenza in parole e opere, ha dimostrato ancora una volta la propensione alle omissioni.

Galatone difetta di lunghi impegni, di assiduità.

Galatown ultimamente viaggiava intorno al centinaio di contatti quotidiani. Scesi anche per colpa dell’uso improprio dell’anonimato che mi costrinse a mettere dei vincoli. Dimostrazione, se ancora occorresse, di una mentalità omertosa e cecchina del pettegolezzo locale, l’inguaribile MALANGU, pronto a sparare alle spalle con i favori delle tenebre, ma restio a prendere posizione apertamente.

Però, la più grande delusione, permettetemelo, me l’hanno data i giovani di questo paese. Sia quelli che sono andati via sapendo di non tornare più, e che hanno battuto le scarpe della polvere del paese natio fregandosene altamente, sia quelli che hanno il coraggio di lasciarlo (o incoscientemente ancora si asserragliano dentro) perché persi nel loro isolato egoismo, poco capaci di fare “massa critica” e di svincolarsi delle liturgie stantie e paralizzanti. Non dimostrano costanza, dedizione, consapevolezza di un’eredità scomoda ma ineludibile. Eredità da caricarsi sulle spalle nelle parte buona e da rinnegare in quella cattiva. 

Perché, allora, accanirsi terapeuticamente con un sito che sta per sparire?

Perché lo dovrei fare io che da lunga pezza ho doppiato la boa del mezzo secolo?

Muoiono le persone e con loro quantità di memoria, di storia, di storie ed esperienze.

Può morire anche un blog.

Ne rimarrà memoria, forse.

Ma la sua memoria, pare, che non serva a niente ed a nessuno.

Questo mi pare di capire dai rumors che giungono sulla prossima tornata elettorale comunale.

Rimane la delusione di un paese che non è riuscito in questi anni ad affrancarsi dalle decisioni piramidali, dall’”armatevi voi che poi comando io”, agli “insieme” decisi a tavolino, non penso che meriti di più.

Un paese che si è scosso un po’, solo un po’ dall’omertà, per ritornarci dentro subito. In attesa di nuove collocazioni redditizie.

In questo momento non scrivo più di Galatone. L’avete notato?

Evito di confezionare rosari laici fatti di bestemmie e improperi.

Sono pervaso di delusione profonda, che sta sfociando in nausea.

Si sgretolano i monumenti, crolla Pompei, si bruciano le biblioteche, può morire anche un blog di un paese morto e popolato di morti; tanto morti che non se ne sono nemmeno accorti. 

Polvere siamo e polvere diventeremo.

Succederà anche a quelli che ritengono presuntuosamente di “incidere” sulla socialità cittadina, di essere “indispensabili”.

Tutto scorre.

Sarebbe bene ricordarselo.

Muoia, allora, anche Galatown!

 

 

 

(c’è sempre FACEBOOK, d’altronde!)

Informazioni su giusepperesta

Pensieri e parole, errori ed omissioni di un sopravvisuto al secolo scorso. "Seduto o non seduto faccio sempre la mia parte con l'anima in riserva ed il cuore che non parte" (F. De Gregori) Il mio motto? "dico quello che penso e penso quello che dico"........ Edgar Lee Masters: “DORCAS GUSTINE” Non ero amato da quelli del villaggio, ma tutto perché non avevo peli sulla lingua, e affrontavo chi m'insultava con una protesta diretta, senza nascondere o nutrire segreti rancori o rammarichi. E' molto lodato il gesto di quel ragazzo spartano, che nascose il lupo sotto il mantello, e si lasciò divorare, senza un lamento. E' più coraggioso, credo, strapparsi il lupo di dosso e combatterlo apertamente, magari per strada, tra polvere e urla di dolore. La lingua sarà forse un organo ribelle - ma il silenzio avvelena l'anima. Mi biasimi chi vuole - io sono contento. ______Indicazioni ai sensi e per gli effetti della legge 7 marzo 2001, n. 62: Il curatore del blog declina ogni responsabilità di qualsivoglia natura. Le notizie riportate provengono da altri siti sparsi per la rete, e dai normali organi d'informazione, persino da quelli Mediaset. I testi vengono redatti da soggetti evidentemente incapaci di intendere e di volere, prova ne sia il fatto che qualche volta hanno votato per la DC. "Nel caso le foto siano coperte da copyright o siano di proprietà e non pubblicabili, segnalatemi la cosa e provvederò ad eliminarle." "La vera libertà di stampa è dire alla gente ciò che la gente non vorrebbe sentirsi dire". (George Orwell) DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL'UOMO Articolo 19 Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.

2 risposte a “Requiem per Galatown”

  1. giuseppedoria45 dice :

    …ad ogni buon fine la memoria, se la memoria ha un futuro, si può imprimere su altro blog: “Le Roi est mort, vive le Roi!” Auguri, Pinuccio.

  2. Silvio Bruno dice :

    Caro Pinuccio (permettimi di chiamarti ancora così, anche se sono quasi quarant’anni che non ci vediamo), mi dispiace che il ricco patrimonio delle tue opinioni che negli anni hai espresso, e non solo quelle, nei tuoi blog vadano persi!
    Mi auguro che ci ripensi, e che salverai il contenuto dei tuoi blog, che saltuariamente leggevo per informarmi sulle sorti (spesso negative) del mio paese natio.
    Silvio

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